Si parla da anni di quarta rivoluzione industriale. Ecco quali sono le opportunità dell’industria 4.0 per le pmi italiane

Le fabbriche sono sempre più digitali e interconnesse: in una parola industria 4.0. La quarta rivoluzione industriale di cui si parla da anni è tutta qui o quasi. E non è più un orizzonte futuro ma una realtà presente.

  • Stampa 3D
  • macchinari interconnessi
  • Internet of Things
  • Cloud
  • Big Data

Sono tante le cosiddette tecnologie abilitanti che favoriscono la trasformazione digitale da fabbrica tradizionale a smart factory.

Possiamo dire che questa quarta rivoluzione ha come protagonista assoluto l’utilizzo all’interno dell’impianto di produzione di queste e altre tecnologie abilitanti per rivoluzionare il sistema produttivo all’insegna dell’efficienza. Ciò significa che sfruttando queste soluzioni i processi legati all’industria saranno dotati di una interconnessione veloce, chiara e diretta tra tutti gli asset aziendali. Risultato: la produttività aumenta, gli sprechi diminuiscono.

Perché non bisogna mai perdere di vista l’obiettivo. Tutte queste innovazioni tecnologiche, al di là del loro valore individuale, hanno senso nel momento in cui si traducono in processi per aumentare la produttività e ridurre gli sprechi.

Si tratta di porre oggi le basi per la competitività futura delle aziende del settore manifatturiero. Perché oggi la partita non si gioca più (solo) sulle capacità produttive…

Agevolazioni: da Industria 4.0 a Impresa 4.0 fino alla Transizione 4.0

Dopo questa overview generale passiamo ai fatti concreti. Qui in Italia, parlare di Industria 4.0 significa riferirsi soprattutto agli incentivi contenuti nel Piano nazionale industria 4.0 con le sue opportunità e agevolazioni che hanno caratterizzato il periodo 2017-2020, ed ora esteso fino al 2022, come Iper ammortamento, Super Ammortamento, Nuova Sabatini e Innovation Manager solo per citare le principali.

Già nella Finanziaria 2018, per la verità, il piano era stato ribattezzato Impresa 4.0 a voler sottolineare un nuovo e più ampio target: non più soltanto le industrie del manufacturing, ma tutte le imprese in generale. Ora è tempo di una ulteriore evoluzione con il passaggio da “Impresa 4.0” a “Transizione 4.0”.

Cambiano nomi, sigle e aliquote. Quello che non cambia è l’impianto di un sistema pensato per facilitare l’innovazione delle PMI italiane.

Transizione 4.0 è un programma che prevede circa 7 miliardi di incentivi per il triennio 2020-2022, sviluppati soprattutto come crediti d’imposta per l’acquisto di  beni strumentali (questa è la prima grande novità rispetto al passato) ma anche per quello che riguarda progetti di ricerca, innovazione e sviluppo e  percorsi di formazione 4.0.

L’idea è quella di incentivare non solo l’acquisto di beni strumentali come macchinari, ma avviare un percorso di investimento in competenze, software e sistemi IT ampliando così il potenziale di imprese che possono accedere a una o più incentivi fino al 50%.

Incentivi alle imprese: quali opportunità

Ma al di là dei nomi, è importante conoscere quali sono gli incentivi alle imprese previsti in Transizione 4.0 per non perdere opportunità importanti per la digital transformation aziendale.

Fermo restando che chi ha aderito ad uno dei progetti di Impresa 4.0 nel 2019 avrà tempo fino a giugno 2020 per completare l’investimento e approfittare degli incentivi, vediamo quali sono le principali opportunità del nuovo piano varato dal Ministero per lo Sviluppo Economico:

  • Le aziende che acquistano beni strumentali (macchinari) destinati alla digital transformation in ottica 4.0 è riconosciuto un credito d’imposta del 50% (per investimenti fino a 2,5 milioni di euro), del 30% (per investimenti tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro) e del 10% (per investimenti tra 10 milioni e 20 milioni di euro).
  • Le imprese che investono in beni strumentali materiali diversi dai macchinari, invece, potranno accedere a un credito d’imposta del 10% per costi fino a 2 milioni di euro.
  • Gli incentivi alle imprese per investimenti nei cosiddetti beni immateriali, ovvero i software, constano in un credito d’imposta del 20% per spese fino a 700mila euro.

Se quelli che abbiamo visto finora sono gli incentivi alle imprese che di fatto trasformano le vecchie misure di iper e super ammortamento, vediamo ora quali sono le altre agevolazioni contenute nel nuovo piano nazionale.

L’innovation manager

La sua è una delle figure attualmente più richieste sul mercato nonché una delle professioni del futuro. L’innovation manager viene definito dal Mise come un professionista specializzato in ambito digitale, in grado di interpretare, definire e realizzare progetti e processi di digitalizzazione e riorganizzazione aziendale in ottica 4.0.

L’Innovation Manager deve stimolare la ricerca di soluzioni legate alla Digital Transformation e favorire l’introduzione e il consolidamento di idee innovative in azienda “mettendo a terra” tutte le nuove tecnologie.

Tra l’altro, il Piano Nazionale ha prorogato anche per il 2021 il voucher per innovation manager al fine di rafforzare il sostegno ai processi di trasformazione tecnologica e digitale delle piccole e medie imprese, con uno stanziamento di 50 milioni di euro per l’anno 2021 per i voucher innovation manager.

Ricerca e Sviluppo: come cambiano gli incentivi

I Progetti di digital transformation in ambito di ricerca e sviluppo, potranno usufruire di un credito d’imposta del 20% per spese fino a 4 milioni di euro. Non è tutto perché, per progetti che riguardano in particolare l’innovazione tecnologica, il credito è così suddiviso:

  • 20% per spese ricerca e sviluppo fino a 4 milioni di euro
  • 10% per spese in innovazione fino a 2 milioni di euro
  • 15% per investimenti in innovazione tecnologica finalizzati alla realizzazione di prodotti o processi di produzione fino a 2 milioni di euro

Come non perdere queste opportunità

Come i suoi predecessori, anche Transizione 4.0 è un piano ricco di opportunità e incentivi alle imprese che possono fare la differenza, aiutando concretamente tante PMI italiane ad essere sempre più competitivi non solo in ottica 4.0, ma per tutte le sfide future a cui i mercati di riferimenti le metteranno di fronte.

Tuttavia non tutti i software e macchinari rientrano tra quelli agevolabili così come non tutti gli investimenti possono rivelarsi così convenienti al lato pratico

Le domande allora diventano due: come fare per non perdere queste opportunità? E come fare per scoprire gli investimenti migliori per ciascuna azienda?

Senz’altro è importante cercare di restare sempre aggiornati, ma in quest’ottica la soluzione migliore è quella di lasciarsi aiutare da qualcuno in grado di:

  • Definire quali sono gli investimenti incentivabili migliori simulando in anticipo l’entità di risparmi e vantaggio fiscale
  • Determinare nel dettaglio i requisiti necessari e i percorsi corretti per accedere alle agevolazioni.

Scegliere di investire nella trasformazione digitale 4.0 significa scegliere di vivere l’era di industria 4.0 da protagonisti.